• Pubblicata il
  • Autore: Jean de France
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Inculata - Bari Trasgressiva

Da mesi conoscevo Bandy. 20 anni, molto bello, alto e snello, con una bocca grande e carnosa, insolita fra i cinesi come lui. Inoltre, cosa alrettanto insolita, era sempre abbronzato e risultava di un bel color bronzo, senza segnacci bianchi. Come avrete capito, Bandy era un toy-boy.

Il sabato pomeriggio, prima di uscire con la turista di turno, giocavo un po’ con il bel Bandy che adorava succhiarmelo per bene. Io, invece mi divertivo a farlo arrapare, lo limonavo per bene, tormentandolo, lasciavo che poi mi torturasse e che mi succhiasse palle, culo ed uccello, ma non gli permettevo mai di venire, ne’ me lo inculavo, preferendo farmi la ragazza che avrei visto la sera.

Quando quel Sabato apparve, vidi Bandy sotto una luce nuova. Cazzo, era proprio bello. Una bellezza dorata e strana, feminea, non avava un pelo al disotto delle ciglia, e maschia nello stesso tempo. Poi aveva un culetto snello e sexy come quello di certe ragazze magre ed atletiche. Iniziai a baciarlo in bocca. Lui si sorprese perche non lo facevo quasi mai, ma si dette subito da fare per guadagnarsi il prossimo invito.

Mi distesi a ricevere il suo massaggio. Presto mi ritrovai le sue calde mani dappertutto: i suoi polpastelli accarezzavano il mio culo dallalto in basso, entrandovi timidi e lievi; le sue dita accarezzavano e tiravano le palle fino a che la mia erezione torreggiava dura e vibrante e lui inghiottiva, come sempre, il mio glande spingendolo giu fino in gola, tossendo e rischiando conati di vomito... Come il solito, poi, inzio’ la sua tortura. I morsi di Bandy, tutti di una forza studiata, mi procuravano brividi di piacere intensissimi che mi facevano trattenere il respiro e facevano danzare i miei addominali. Mi mordeva la schiena, il culo, il petto, ovunque; poi come per stemperare il dolore cosi sapientemente inflitto, leccava con cura e lievita’ la parte dolarante, come per lenirla. Volevo urlare dal piacere... All’improvviso, poi mi pizzicava con delle clasp i capezzoli e le palle, facendomi contorcere dal piacere o dalla pena. Quando capiva che il dolore era troppo, le strappava via con violenza, causandomi lame di intensissimo, ma brevissimo dolore, che mi facevano lacrimare gli occhi ma rendevano il mio cazzo duro piu´di un pezzo di marmo. Allora, Bandy si gettava sul mio glande ora grosso durissimo e violaceo fino a che io, arcuando la schiena fino a sollevarmi dal sommier, gli sborravo in bocca ricchi fiotti di piacere assoluto.

Poi, mandavo Bandy che ancora avava il cazzo in tiro, affaculo, mi facevo una doccia e via a giocare con un’americanina sexy o con una troiona di australiana, che si chiedevano come mai avessi il petto martoriato come San Lazzaro e come mai leccassi loro la fica cosi bene, prima di chiavarle come nessuno lo aveva mai fatto...

Quel Ssabato non permisi a Bandy di farmi venire.

Dopo una lunga e piacevolmente dolorosa sessione di tortura, mi alzai e mi sedetti, ancora dolorante, nudo e con un cazzo da primato, su una sedia senza braccioli. Gli feci segno di sedermisi in grembo, dandomi la schiena. Appena Bandi esegui’, si trovo impalato sul mio uccello. Lo avevo penetrato di brutto, alzandomi un po’ e facendogli tutto il male che potevo, entrandogli dentro fino alle palle. Urlo’ dal dolore e dalla sorpresa. Lo avvinghiai, tirandomelo sopra ed impedendogli di muoversi, ficcandogli l’uccello ancor piu profondamente nel culo. Rimanemmo cosi avvinghiati per un lungo istante, poi avvertii che Bandi lo aveva piu duro e piu grosso del solito. Piano, piano il dolore gli passo’ ed inzio’ a muoversi prendendo un ritmo lento a flessuoso che mi procurava vampate di piacere intensissime. Il porcello sapeva stringere i muscoli interni del culo, avviluppando con calda forza il mio uccellone e facemdomi impazzire, come mi facesse un pompino con il culo. Torcevo le dita dei piedi e delle mani e digrignavo i denti dal piacere, nascondendo il volto nella sua schiena.

Avevo le palle in ebollizione, come l'Etna...

Le mie unghie erano ben dentro la pelle del suo petto e, tendendolo saldamente assecondavo, accentuandoli i suoi movimenti. Impazzivo dal godere, mi pareva mi mancasse il respiro. Poi gli afferrai il cazzo gia’ durissimo e tirai giu’ la pelle, esponendo il bel glande ed gran parte dell’asta. Con il palmo della mano destra ben lubrifcato dal gel al silicone, gli relagai una lunga, initerrotta e lentissima carezza dalla base delle sue palle che strizzavo, su, su fino a avviluppagli il glande con il palmo che disegava immaginari e circolari ghirigori, senza mai interrompere il contatto con il suo glande. Bandy, che pur moriva dal doppio godere, ansimando e quasi piangendo, non smetteva la sua molle danza che donava piacere ad entrambi, a me come mai nessuno mi aveva dato. Andammo avanti per un’eternita´, poi Bandy si giro' verso di me per baciarmi: la sua espressione mi fece quasi venire: sembrava in trances dal piacere. Lo bacia succhiando al sua lingia e bevendo al sua saliva. Ma la mia mano non si fermava. Dalle pulsazioni del suo cazzo, avvertii che il mio toy-boy sarebbe presto venuto. Sforzandomi di non sborrare per primo, intensifcai il mio massaggio concentrandomi sul glande. Bandy miagolava dal piacere: stava davvero per venire. Alzando un poco una gamba, lo scostai da un lato e, allo stesso tempo, mi piegai in avanti giusto in tempo per ricevere in pieno volto la prima, calda, ricca e profumata sborrata di Bandy. Un secchio di sborra calda (cazzo, a vent’anni se ne produce di roba!) mi scorreva in volto. Con lesti colpi di lingua cercavo di catturare le perle di sborra che roltolavano libere dalla mia fronte in basso, assaporandole. Poi, mollai il suo cazzo e mi passai la mano sul viso raccoglendo la tutta la sborra che potevo, facendomela finire in bocca gustandola. Bandy si giro, per baciarmi ancora proprio mentre dalle mie palle una frustata di sborra talmente potente da esser quasi dolorosa riempiva il culo del ventenne, facendomi ruggire come un leone ferito male. Bandy non pote far altro che avere un secondo potentissimo orgasmo nella mia mano, che nel frattempo aveva ripreso il suo lento massaggio. Dopo la mia sborrata, che fu lunghissima e staraziante nella sua intensita', quando mi ripresi, neppure una goccia della seconda e piu liquida sborrata di Bandy ando’ perduta: mi leccai la mano che l'avav raccolta con ostentazione con una volutta’ da vero maiale, con Bandy che mi guardava trasognato.

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