- Pubblicata il 20/05/2025
- Autore: Sandy
- Categoria: Racconti erotici fetish
- Pubblicata il 20/05/2025
- Autore: Sandy
- Categoria: Racconti erotici fetish
Legata al piacere - Bari Trasgressiva
In una Milano sorprendente e segreta, dove le ombre della moda si intrecciano ai desideri più nascosti, Chiara – stilista di trentatré anni, figura slanciata e passo deciso – si fermò davanti a una porta di metallo nero. Era incastonata come un mistero tra le pieghe di un vicolo secondario, lontano dai riflettori di passerelle e cocktail. La sua eleganza era innata, sofisticata e controllata, frutto di anni trascorsi a dominare tessuti e forme. Ma sotto quella superficie levigata si celava un’anima ribollente, sottomessa, affamata di abbandono e di un piacere che nessun uomo aveva mai saputo offrirle.
Aveva sentito parlare di Eva, una mistress quarantenne, il cui alone di potere e mistero era celebre nei circoli più esclusivi e trasgressivi della città. Si diceva che dominasse con precisione chirurgica, che il suo sguardo potesse leggere le crepe di ogni anima e piegarle con dolce ferocia. Eva era temuta e desiderata: pelle nera aderente, corpo atletico, tatuaggi che raccontavano storie di dominio e obbedienza. La sua voce era una carezza tagliente, un invito a superare ogni limite.
Con il cuore in tumulto e le guance arrossate dall’anticipazione, Chiara varcò la soglia. La boutique sembrava un rifugio di seta e pizzo, ma era solo il velo elegante sopra un regno di piaceri inconfessabili. Seguì le istruzioni ricevute in una voce sussurrata al telefono: una scala a chiocciola conduceva verso le viscere della città, dove Eva l’attendeva.
La stanza era un santuario del desiderio: velluto, specchi, catene e luci soffuse che disegnavano ombre morbide sulla pelle. Il tempo sembrava sospeso, come se ogni minuto lì dentro valesse un'ora di vita reale. Eva apparve con la grazia crudele di una regina: alta, fiera, il suo corpo un manifesto vivente di potere e piacere.
«Bentornata, Chiara,» disse, la voce bassa e ipnotica come un morso di velluto. La stilista sentì le ginocchia cedere sotto quello sguardo che la spogliava prima ancora che lo facessero le mani.
«Sei pronta a lasciarti andare? A scoprire chi sei davvero quando smetti di controllare?»
Chiara annuì, le labbra socchiuse, il respiro interrotto. Eva si avvicinò, lenta, inesorabile. Le sue dita sfiorarono il collo di Chiara, poi scivolarono sulla cerniera del vestito. La stoffa cadde a terra come una seconda pelle abbandonata. Nuda, eccitata, la stilista si sentì fragile e viva come mai prima.
«Oggi sarai completamente mia.»
Con gesti precisi, Eva le legò i polsi con nastri di seta, lasciando la stoffa ben tirata ma morbida. Poi le bendò gli occhi, privandola della vista e amplificando ogni altro senso. Il buio rendeva ogni tocco più potente, ogni suono più penetrante.
Un bacio lento e profondo la fece tremare. Poi un morso al capezzolo. Una carezza tra le cosce. Eva alternava comandi secchi e gesti dolci, creando un’altalena emotiva che faceva impazzire Chiara.
«Piegati per me,» ordinò la dominatrice.
Chiara obbedì, le gambe leggermente divaricate, il respiro corto. Sentì le dita di Eva che scivolavano sulla sua figa già bagnata, accarezzandola, aprendo le sue pieghe con una lentezza crudele. Poi un dito esplorò l’ano, lentamente, lubrificato dai suoi stessi umori.
«Ti aprirò come meriti,» sussurrò Eva, mentre la frustava delicatamente sui seni, lasciando striature rosse come fiori che sbocciavano sulla pelle. Ogni colpo era una dichiarazione di possesso.
Poi arrivò il dildo. Eva lo inserì lentamente, prima nella figa, poi nell’ano, spingendo con calma finché Chiara non fu completamente piena. Le mani della dominatrice le tenevano i fianchi, i movimenti lenti e decisi.
«Sei la mia bambola. Il mio capolavoro.»
Il piacere si fece troppo intenso. Eva iniziò a muovere il doppio dildo avanti e indietro, mentre stimolava il clitoride della stilista con due dita rapide e spietate. Chiara gemeva senza più controllo, completamente in balia della sua mistress. Quando Eva le sussurrò «vieni per me», l’orgasmo la travolse in un’esplosione liquida e sonora, una resa totale.
Ma non era finita.
Eva tolse il dildo e lo sostituì con la sua lingua. Leccava la figa di Chiara con lentezza esasperante, affondando dentro di lei e bevendo ogni goccia del suo piacere. La stilista si dimenava, persa, incapace di fare altro che implorare.
«Ti prego… voglio sentire il tuo cazzo…»
Eva sorrise. Si spogliò, rivelando un corpo statuario e un imbrago di pelle nera che sosteneva un cazzo realistico, duro e lucente. Si avvicinò con lentezza, fece scivolare la punta sulla figa bagnata della stilista, e poi la penetrò con forza, affondando fino in fondo.
Chiara urlò. Il cazzo di Eva la riempiva con una pressione perfetta. Le spinte erano decise, il ritmo feroce ma controllato. Eva la prendeva come una padrona, il sudore che colava sulla schiena, le dita che le stringevano i fianchi con forza.
«Sei così stretta… così mia…» ansimò Eva.
Le loro pelli si incontravano in un ritmo tribale. Chiara si aggrappava a lei, le unghie affondate nelle spalle della dominatrice, mentre un secondo orgasmo la travolgeva, ancora più violento del primo.
Eva non rallentò. Continuò a scoparla fino a quando, con un gemito basso e soddisfatto, si abbandonò anche lei, il corpo scosso dal proprio piacere.
Quando tutto si placò, Eva slegò Chiara, e la accolse tra le braccia. I loro corpi sudati, appiccicati, il respiro che si faceva più lento.
«Sei stata meravigliosa,» mormorò Eva, baciandole la fronte. «Ma ricorda… qui dentro, sarai sempre mia.»
Chiara sorrise, stremata e sazia. In quel mondo sotterraneo di Milano, tra lacci di seta e sguardi feroci, aveva trovato qualcosa che nessun uomo le aveva mai dato: la libertà nell’abbandono, la forza nella resa. E sapeva che quella notte era solo l’inizio.
Altre storie in Racconti erotici fetish